Siena vanta una concentrazione di ristoranti, trattorie e osterie davvero imponente che percentualmente batte persino le grandi città. La maggior parte sono dislocati nel centro storico cittadino per venire incontro alla mole di turisti che affamati si aggirano per la città del Palio. Forchette Amare invece questa volta ha abbondato la parte nobile di Siena, scegliendo un locale pizzeria dell’immediata periferia. Donna Ripalta è lungo una strada di grande viabilità ed è inserita in un insieme di costruzioni che hanno un che di industriale di inizio secolo.
La Location
Superato l’esterno post-industriale si entra in una grande sala con un forno a legna in bella vista. I tavoli sono tanti e tutti apparecchiati con grandi tovaglie a quadri per dare la più classica delle idee di trattoria. Donna Ripalta ha personale giovane che ci fa subito accomodare. I clienti sono pochi in un giorno infrasettimanale.
Il Menu
Il menu di questo ristorante offre varie opzioni, ma Forchette Amare decide di orientarsi sulla pizza. Alla fine scegliano un calzone denominato Il Toscano e un ciaccino questo invece intitolato Kiò Kiò. Il calzone all’interno presenta mozzarella, pomodoro, funghi porcini e salame piccante, con una spruzzata di pomodoro anche sopra. Il tutto resta un pò secco e faticoso da masticare per un gusto pesante che non si riesce nemmeno a finire. Il salame piccante viene soffocato e i funghi sono invece insignificanti.
Il ciaccino, così a Siena chiamano la pizza senza pomodoro, è fatto con salsiccia, friarielli e mozzarella di bufala. Anche il Kiò Kiò delude Forchette Amare perchè i friarielli sono ancora mezzi congelati e buttano acqua sulla pizza. Nessuna delle due scelte raggiunge la sufficienza.
Per dolce torta di mele fatta in casa, che addolcisce una serata davvero “amarognola”…
Giudizio Finale
Cena accompagnata da un paio di birre per un conto di 20 euro a testa, onestamente un filo eccessivo. Donna Ripalta è un locale senza tante pretese, ma gli ingredienti delle pizze vanno scelti con maggior cura altrimenti si rischi di far scadere il prodotto.
20 Euro per una pizza in un locale di periferia mi sembra davvero eccessivo!
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